News

Nuovi trend della ricerca: dalla Visual Search allo Snap-to-Buy



L’era testuale dei motori di ricerca potrebbe essere ormai agli sgoccioli. Da qualche anno si stanno infatti sempre più affermando altre tecnologie, decisamente più immediate per l’utente, per cercare prodotti e servizi online avvalendosi delle funzionalità dei dispositivi che ormai tutti portano quotidianamente con sé: smartphone e tablet. Sempre più ricerche vengono effettuate grazie agli assistenti vocali, ad esempio, ma anche avvalendosi della fotocamera del proprio dispositivo. Tutto merito della Visual Search, ovvero della ricerca visuale, pronta ad aprire anche nuove e interessanti strade grazie a funzionalità aggiuntive come lo Snap-to-Buy.
 
Ma quali sono le caratteristiche fondanti di queste nuove tecnologie e, soprattutto, come potranno essere utili al marketing e alla vendita di prodotti e servizi?
 
Visual Search e Snap-to-Buy: cosa sono
 
Come facile intuire, con il termine “Visual Search” si intende una ricerca visuale effettuata online, avvalendosi di immagini anziché stringhe e chiavi testuali. La funzionalità è ora offerta dai maggiori motori di ricerca, ma ad aprire le danze, qualche anno fa, fu Google, quando decise di introdurre la “Ricerca per Immagini” affianco a quella più classica.
Nella declinazione di Google, l’utente non deve far altro che caricare una fotografia disponibile sul proprio dispositivo - oppure presente online copiandone l’URL - per ottenere una lista di tutti i siti che contengono il medesimo scatto, le immagini simili e molte altre informazioni.
 
Nel corso degli ultimi anni, tuttavia, questa tecnologia si è ulteriormente evoluta, grazie anche all’intelligenza artificiale e al machine learning. Data la diffusione ormai ubiquitaria degli smartphone, molte aziende della Silicon Valley hanno deciso di semplificare il processo: basta estrarre il dispositivo della tasca, puntare l’oggetto che attira le proprie curiosità e ottenere in pochi istanti tutte le informazioni che lo caratterizzano. Diventa così sufficiente immortalare un’opera d’arte per scoprire il nome dell’artista che l’ha creata.
O, ancora, inquadrare un abito in una vetrina per ottenerne prezzo, materiali impiegati e molto altro ancora.
 
Una simile possibilità non è di certo passata inosservata da un nugolo ben ricco di aziende che fanno dell’online la propria fortuna, intravedendo un’interessante finestra sia per il marketing che per le vendite. Così è nato lo Snap-to-Buy, ovvero la possibilità di fotografare un oggetto, trovarlo in rete e acquistarlo direttamente. Una delle prime piattaforme ad aver abilitato questa risorsa è stata Snapchat, uno dei social più popolari fra i giovanissimi, che qualche anno fa introdusse la possibilità di immortalare un oggetto nella vita reale e trovarne immediatamente il corrispettivo su Amazon. Sono seguiti moltissimi altri portali dedicati allo shopping online, come ASOS per la moda, e oggi sono tantissimi gli store che integrano lo Snap-to-Buy nei loro e-Commerce.
 
Nel frattempo anche Google, l’apripista di questa era, ha deciso di far evolvere la sua intuizione. La società di Mountain view oggi offre infatti Google Lens, un grande “esperimento” che permette di ricercare qualsiasi elemento del reale online. Si tratti di una statua da identificare, un elemento dell’architettura di una città o di un prodotto da acquistare dai principali rivenditori online, Lens passa ogni foto sotto il setaccio dell’intelligenza artificiale per fornire risultati in pochissimi secondi.
 
Cosa significa per l’utente?
 
Prima di analizzare perché la Visual Search e lo Snap-to-Buy possano rappresentare una risorsa di punta per marketing e vendite, è necessario comprendere questa nuova era dal punto di vista dello user. 
L’utente medio che si avvale delle piattaforme online, e dei dispositivi mobile, è sempre attratto da funzioni che possano facilitare la sua quotidianità, dalla curva d’apprendimento ridottissima e possibilmente immediati da utilizzare. Da questo punto di vista, la Visual Search ha permesso di svecchiare un ambito - quello della ricerca - che rappresenta gran parte delle routine digitali delle persone in tutto il mondo. Effettuare una ricerca testuale può essere infatti stressante, soprattutto quando l’oggetto delle proprie curiosità è difficile da spiegare tramite parole chiave. Perché passare ore nel tentativo invano di ricordare il nome di uno stilista, descrivendone minuziosamente un abito, quando basta inquadrarlo?
Come facile prevedere, proprio per questa ragione gli utenti hanno abbracciato la Visual Store - e più di recente anche lo Snap-to-Buy - senza riserve. La ricerca visuale è infatti veloce, efficace e divertente.
 
Le conseguenze su marketing e SEO
 
L’universo del marketing ha immediatamente ravvisato le infinite possibilità che l’affermazione della Visual Search - e soprattutto dello Snap-to-Buy - possono avere sul mercato. Facilitare la ricerca significa infatti snellire l’intero processo di acquisizione dell’utente, peraltro aumentandone le possibilità di conversione grazie a un linguaggio - quello visivo - che naturalmente offre livelli di ingaggio molto più elevati rispetto ad altri mezzi. Per le aziende questo significa poter sfruttare una modalità in più per essere trovati, per piazzare messaggi pubblicitari sempre più targettizzati, per approfittare di soluzioni inedite e creative per veicolare il proprio messaggio.
 
Eppure non è tutto oro quello che luccica, almeno dal punto di vista delle aziende. Come per le ricerche più canoniche, anche la Visual Search impone di farsi trovare, ottimizzando la propria presenza sui motori di ricerca o le piattaforme social. E questa operazione potrebbe richiedere investimenti non di poco conto a livello di SEO e piazzamento, poiché ora non solo i testi devono essere il più possibile ottimizzati, ma lo dovranno essere anche le immagini.
 
Sono quindi necessari investimenti importanti, per creare dei veri e propri database fotografici di migliaia di scatti, da ottimizzare uno per uno sul fronte del nome, degli attributi come l’ALT e i fondamentali meta tag. Per poter essere trovati con la Visual Search, è infatti prima necessario che lo stesso motore di ricerca abbia tutte le informazioni utili per riconoscere l’immagine, associarla ad altre analoghe e ad uno specifico prodotto o servizio.
 
Ancora, per inserire lo Snap-to-Buy nelle proprie applicazioni di vendita, sarà necessario spendere somme rilevanti per implementare intelligenza artificiale e machine learning nei propri sistemi, un’operazione che richiede personale altamente qualificato e la raccolta di una mole incredibile di dati. Un passo che non potrà essere evitato, però, poiché lo Snap-to-Buy rappresenta il futuro.