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Formati interattivi: i nuovi alleati del marketing


 
Sono davvero lontani i tempi in cui navigare sul web significava approdare su una pagina statica, caratterizzata da blocchi di testo e qualche link di corredo. Oggi usare la rete significa poter approfittare di un’esperienza ricca e immersiva, tra immagini, video, messaggistica in tempo reale e molto altro ancora. Negli ultimi anni si sono fatti sempre più largo i formati interattivi, ovvero quei contenuti dove l’utente finale non è solo uno spettatore passivo, ma interviene direttamente esprimendo pareri e preferenze. Ma quali sono le forme di comunicazione interattiva oggi più diffuse online e, soprattutto, in che modo diventano delle vere e proprie alleate del marketing?
 
Video interattivi  
 
I video sono ormai da tempo uno dei formati più amati del web, tanto che si stima che almeno il 55% di tutti coloro che si collegano alla rete fruisce quotidianamente di almeno un filmato. Si tratti di una breve clip su servizi come YouTube, o di vere e proprie serie su piattaforme in abbonamento, i video hanno la capacità di tenere l’utente incollato allo schermo, determinando un fortissimo engagement. Proprio per questa ragione, nell’ultimo biennio si sono moltiplicati i cosiddetti “filmati interattivi”, ovvero dove lo spettatore diviene protagonista della storia raccontata.
 
L’obiettivo può essere raggiunto nei più svariati modi. Netflix, ad esempio, da qualche anno ha introdotto la possibilità di scegliere trama e finale in alcune serie, come ad esempio nell’episodio “Bandersnatch” di Black Mirror oppure nello speciale conclusivo di “Unbreakable Kimmy Schmidt”. Durante la narrazione, lo spettatore viene più volte messo di fronte a un bivio, decidendo armato di telecomando o di click il prosieguo della storia. Ancora, alcuni servizi educational permettono di aggiungere note e disegni sui fotogrammi, agevolando così lo studio, mentre altri consentono di modificare la colonna sonora secondo le proprie preferenze.
 
Per quanto intriganti dal punto di vista narrativo, come risultano utili al marketing questi video? Innanzitutto, aumentano sensibilmente l’engagement del pubblico, quindi le attività di branding e promozione sul filmato - dalla pubblicità esplicita al product placement - avranno maggiore successo. Ancora, offrono la possibilità di capire più in profondità i gusti degli stessi utenti, a seconda del percorso narrativo che tratteggiano durante la visione.
 
Shoppable video
 
Dai filmati interattivi è nato un vero e proprio filone, una sorta di spin-off dedicato alle esigenze commerciali: quello degli “shoppable video”. Anziché decidere la narrazione di una clip, gli utenti possono interagire con gli oggetti mostrati in scena: dagli indumenti dei protagonisti ai dispositivi elettrici mostrati, passando per elettrodomestici, automobili e molto altro ancora. L’utente non deve fare altro che cliccare sull’oggetto - o fare tap, se da mobile - per ottenerne tutte le relative informazioni e finalizzare immediatamente un acquisto.
 
Gli shoppable video presentano numerosi vantaggi sia per il marketing che per le vendite, tanto  da diventare una modalità sempre più comune per aumentare le proprie conversioni:
 
L’utente vede il prodotto in una condizione d’uso reale - o quantomeno realistica - e può quindi immedesimarsi più facilmente nell’impiegare quello stesso oggetto nella sua quotidianità. Una familiarità, se così di può definire, che non viene di certo stuzzicata con semplici recensioni, classifiche o unboxing;
 
Le aziende possono raccogliere informazioni più dettagliate sullo spettatore, per ottimizzarne il coinvolgimento e rendere più probabile una conversione, poiché si possono analizzare le scelte effettuate e capire quali prodotti siano in grado di attirare maggiormente l’attenzione. Un fatto che permette anche alle stesse compagnie di calcolare con più precisione il ROI, ovvero il “return-of-investment”, anche data la possibilità di raggiungere un target più mirato e quindi di massimizzare gli utili.
 
Assistenti e tecnologie vocali
Non solo video, anche le tecnologie vocali hanno trovato sempre più spazio nella fruizione della rete da parte degli utilizzatori finali, rappresentando così una nuova frontiera per il marketing. Sostanzialmente, l’ambito di queste innovazioni si può suddividere in tre grandi categorie:
 
Gli assistenti vocali - Siri, Alexa e Assistente Google - sia su smartphone che su appositi dispositivi, come gli smart speaker;
 
Gli strumenti di ricerca vocali integrati sui siti;
 
Le piattaforme di comunicazione vocale con altri utenti.
 
Il primo gruppo è sicuramente il più utilizzato. Oggi è sempre più frequente la possibilità che un consumatore affidi le proprie ricerche a un assistente vocale, poiché strumenti comodi, veloci e facili da interpellare anche quando non si è nelle immediate vicinanze di un dispositivo. Il marketing già attinge a piene mani da queste ricerche, che consentono alle aziende di targetizzare con sempre più efficacia il proprio bacino di utenti e scoprire nel dettaglio quali siano i loro desideri, anche se fra il pubblico permane una certa diffidenza. Molti considerano questi sistemi invadenti sul fronte della privacy e, sebbene i gestori smentiscano, vi è un timore diffuso di poter “essere spiati”.
 
Nel secondo caso, si tratta di piccoli strumenti integrati nei siti che permettono di inserire informazioni o effettuare scelte semplicemente usando la voce. Anche in questo caso, per il marketing è essenziale approfittare di questi servizi, poiché gettonati per cercare prodotti, finalizzare acquisti, interagire con l’assistenza e tanto altro ancora.
 
Nell’ultimo rientrano invece tutte quelle piattaforme - dalla messaggistica privata ai veri e propri social media, come il neonato Clubhouse - che permettono alle persone di comunicare direttamente tramite la voce. In questo caso, si può investire in campagne pubblicitarie legate al tema della conversazione, agli interessi condivisi dei partecipanti a una medesima chat vocale, a esperienze d’acquisto di gruppo magari facendo leva su promozioni e altri vantaggi irrinunciabili.
 
Form interattivi
 
Infine, cambia anche il modo con cui gli utenti producono a loro volta contenuti. Basti pensare ai form interattivi che permettono di dettare interi testi, ottenere la trascrizione in tempo reale di una discussione oppure di un filmato, la ricerca tramite immagini o con lo snap-to-buy, ovvero la possibilità di inquadrare un prodotto trovato nella vita reale e acquistarlo direttamente da un negozio virtuale.
 
Anche in questo caso, le opportunità di marketing sono moltissime. Più l’utente è partecipativo nella produzione di contenuti, maggiori saranno le informazioni che deciderà di condividere sulle sue abitudini, gli interessi e i desideri d’acquisto. Tutto a favore di una maggiore costruzione del target, di campagne ultra-mirate e di tassi di conversione davvero elevati rispetto alla semplice comunicazione testuale.