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Customer Data Platform: un alleato per il marketing



Customer Data Platform: un alleato per il marketing
 
L’affermazione dell’universo digitale come primo canale per l’avvicinamento del cliente ha, per forza di cose, modificato profondamente l’universo del marketing. Gli interventi di acquisizione di nuova utenza potenziale e definizione del target hanno dovuto abbandonare il carattere predittivo tipico dei vecchi mezzi di comunicazione, preferendo invece un approccio più analitico e statistico.
 
Oggi è infatti possibile ottenere informazioni molto precise sull’utente, dalle caratteristiche anagrafiche agli stili di consumo, e così il marketing si trova a lavorare con una mole incredibile di dati. Ma come gestire agilmente questo bacino di informazioni, spesso talmente esteso da non permettere un controllo umano diretto?
A rispondere a questa domanda ci pensa uno strumento che, da qualche anno a questa parte, sta diventando sempre più popolare: quello delle Customer Data Platforms, note anche come CDP.
 
Customer Data Platform: cosa sono?
 
Le Customer Data Platform sono delle piattaforme che, tramite l’ausilio di un software oppure una collezione di questi ultimi, permettono di aggregare e gestire grandi moli di dati relativi agli utenti. In altre parole, per CDP si intende un sistema in grado di accogliere in un grande database le informazioni su potenziali clienti derivanti da fonti più disparate, per poi non solo riordinare questi dati, ma elaborare modelli che aiutano a orientare le proprie campagne di marketing.
 
A seconda dei sistemi di tracciamento prescelti, e delle normative in vigore relative alla protezione dei dati personali e della privacy, le Customer Data Platform possono aggregare informazioni molto variegate. Ad esempio, le CDP sono in grado di analizzare e uniformare fonti come:
 
Caratteristiche anagrafiche come età, sesso, luogo di residenza e fascia di reddito;
 
Caratteristiche comportamentali quali preferenze d’acquisto, modalità di pagamento preferite, stili di vita e molto altri ancora;
 
Modalità di navigazione, ad esempio in relazione alla tipologia di dispositivo preferito, alla prevalenza delle ricerche social rispetto a quelle web, i collegamenti che attivano maggiormente la curiosità dell’utente e via dicendo;
 
Tipologia d’uso prevalente per i prodotti oppure i servizi acquistati;
 
Informazioni terze provenienti da partner commerciali, società d’analisi e tracker online.
 
Incrociando tutte queste informazioni, la CDP è in grado di elaborare una “visione unica del cliente” (SCV), ovvero tratteggiare in modo assai preciso un identikit del potenziale acquirente dall’incrocio dei dati provenienti da queste variegate fonti. Il sistema risulta quindi utilissimo non solo in fase di commercializzazione di beni e servizi, ma anche e soprattutto per la promozione, l’allargamento del target e per l’aumento diretto delle conversioni.
 
 
CPD nel marketing: perché servono?
 
Così come già accennato, l’universo del marketing è profondamente cambiato con l’affermazione delle nuove tecnologie digitali. La comunicazione non può essere più eterogenea, come avviene per uno spot televisivo visto da una molteplicità di differenti potenziali acquirenti, ma deve essere sviluppata attorno al singolo.
 
Poter approfittare di una piattaforma, che di fatto standardizza la raccolta dei dati, per poi mostrarla in modo organico tracciando profili credibili degli utenti, garantisce vantaggi non da poco al marketing. Innanzitutto, facilita le attività promozionali e l’aggancio di nuova utenza, ad esempio sfruttando la creatività dinamica sulle piattaforme che l’utente preferisce frequentare, selezionando gli orari in cui è più probabile veda l’informazione pubblicitaria oppure orientare il messaggio in accordo con i suoi interessi. Ancora, le CDP rendono più semplice il monitoraggio di cliente e target nel tempo, permettendo di elaborare dei veri e propri “customer journey” per ogni singolo individuo.
 
Si tratta quindi di un approccio a 360 gradi, sia nella fase di raccolta e elaborazione dei dati che in quella di avvicinamento e sponsorizzazione sul target.
 
CDP, in rapida crescita anche in pandemia
 
La persistente pandemia da coronavirus in corso non ha affatto frenato l’ascesa trionfale delle CDP, anzi le ha rese addirittura più indispensabili. Nel corso dell’ultimo anno le abitudini dell’utenza sono profondamente cambiate, così come le loro preferenze d’acquisto. Se fino a pochi mesi fa l’online rappresentava un canale di vendita fra i tanti, oggi è la modalità principale per fare acquisti. E non solo di oggetti hi-tech, beni di lusso o merce rara, ma anche di soluzioni di uso quotidiano: basti vedere come la pandemia abbia definitivamente consacrato la spesa online e i servizi di delivery.
 
Una più profusa permanenza online significa anche una produzione di una mole addirittura di dati. Tra chi lavora da remoto in videoconferenza e chi, superando una certa ritrosia, ha trasferito le proprie comunicazioni dai classici canali telefonici alla messaggistica integrata, ogni persona lascia sparse per il web sempre più informazioni su di sé. E più cresce questa mole, più le CDP diventano irrinunciabili: gestire questi dati altrimenti sarebbe infatti impossibile. Non a caso, secondo alcune recenti stime il mercato delle CDP potrebbe aver già sfiorato quota un miliardo di dollari a livello globale.